Gwen ronfava beatamente rigirandosi tra le lenzuola. Se ne stava rannicchiata in quel caldo giaciglio, vagando nel regno di Morfeo, quando un rumore improvviso e un fulgore accecante invasero il suo ufficio. Con un capitombolo si ritrovò riversa a terra, e con un gesto rapido si liberò delle coperte che l'ancorava al letto e si avvicinò alla finestra.
« Che Merlino mi fulmini! » esclamò mentre con un tuffo al cuore osservava la Foresta Proibita in preda a un disastroso incendio.
Afferrò i primi abiti che le capitarono sottomano - non c'era tempo da perdere! - e si gettò a capofitto fuori dalla stanza, correndo a perdifiato.
« Al fuoco! La foresta va a fuoco! » urlava. Vide un paio di fantasmi impallidire, se possibile, e pregò che si prodigassero ad avvisare gli altri occupanti del castello.
Ormai all'esterno, cercò anche di avvisare Hagrid, ma senza successo: l'omone doveva essere già all'interno della selva, o chissà dove. Non perse ulteriore tempo e si affrettò a entrare. Numerose creature fuggivano in preda al terrore, e Gwen tentò di spianare loro la strada. Mentre avanzava si vide di fronte un uomo sulla cinquantina in compagnia di quelli che sembravano essere suoi coetanei. Li riconobbe all'istante.
« Signor Olivander! » gridò all'uomo più anziano, impegnato a spegnere le fiamme.
« Aqua Eructo! » disse tirando fuori la bacchetta. Il getto d'acqua fu talmente potente che ebbe la forza di destabilizzarla, ma almeno le fiamme erano state domate.
« Buonasera, professor Silenzioso, e a lei, professor Potter. » mormorò la giovane custode agli altri due.
« Avete idea di cosa abbia potuto scatenare quest'inferno? »Sentì, inoltre, la voce di un terzo uomo che si avvicinava: era il professor Scamander, che sembrava arrivato lì per puro caso.
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